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Linee guida Eba (Autorità Bancaria Europea): come cambia il rapporto con le banche e cosa dovranno fare le imprese per accedere al credito

euro linee guida Eba
A luglio 2021 entrano in vigore le nuove linee guida Eba sulla concessione e sul monitoraggio del credito. La data è stringente, alla luce della pesantissima eredità economica e produttiva che il 2020 ha lasciato alle aziende. Come sarà il rapporto banca-imprese e come cambierà l'accesso al credito?

Tabella dei Contenuti

Le nuove guida Eba si inseriscono in un contesto alquanto complesso.

Il 2020 e l’inizio del 2021 hanno infatti chiesto alle imprese italiane di adeguarsi per poter lavorare anche in condizione di pandemia, di cambiare i propri modelli operativi e di sviluppare modelli di pianificazione finanziaria per ‘sopravvivere’ alla crisi post-Covid.

In più, il 2021 sarà l’anno dell’entrata in vigore del Codice della Crisi di Impresa, slittato dal termine previsto del 1 settembre 2020 al 1 settembre 2021 secondo il Decreto Liquidità.

Il Codice della Crisi di Impresa chiederà quindi alle aziende di rafforzare il monitoraggio attraverso specifici indici (te ne parliamo approfonditamente qui) e di dotarsi di strumenti di calcolo e pianificazione finanziaria adeguati, per avere costantemente il polso della situazione ed eventualmente reagire con tempestività agli eventuali scostamenti che potrebbero far presagire uno stato di crisi aziendale.

La dead line del credito per quanto riguarda le linee guida Eba è invece il 1 luglio 2021, analizziamola assieme.

uomini parlano al tavolo - accesso al credito linee guida Eba

Luglio 2021: entrano in vigore le linee guida Eba 

Le linee guida Eba avranno un impatto considerevole soprattutto sulle PMI, le Piccole Medie Imprese che costituiscono la ‘colonna dorsale’ dell’economia nazionale.

Secondo dati riportati dal Sole24Ore su fonte Prometeia, le PMI costituiscono il 92% delle imprese italiane attive (escluse quelle dormienti e a fatturato zero), impiegando l’82% dei lavoratori italiani.

Le PMI italiane sono maggiormente concentrate nel nord Italia, 53mila nel nord ovest e 40mila nel nord est, ma alquanto presenti anche nel centro Italia, 32mila e nel Mezzogiorno, 31mila. 

Il valore aggiunto di queste imprese ammonta a 224 miliardi di euro ed è importante considerare che l’emergenza sanitaria ha sicuramente impoverito queste imprese, oggi chiamate ad affrontare difficoltà sempre maggiori per quanto riguarda l’accesso al credito.

Perché è proprio l’accesso al credito il tema che si lega alle linee guida Eba 2021, che introducono strette regole sulla gestione dei prestiti.

Il rischio riguarda soprattutto la nomea di ‘cattivo pagatore’, che potrà scattare se non viene onorato il pagamento di un debito entro 90 giorni (ad esempio uno sconfinamento di un fido o la rata di un mutuo).

La nomea di ‘cattivo pagatore’ ha effetti morali e pratici, perché ne derivano maggiori difficoltà ad accedere a crediti futuri, ovvero a recuperare la linfa che serve per far funzionare l’attività produttiva e, di conseguenza, produrre lavoro e ricchezza.

nuovi documenti per accesso al credito 2021

Cosa dovranno presentare le aziende per accedere al credito

Le linee guida Eba richiederanno alle aziende di produrre adeguati e verificati flussi informativi.

Si tratta di analisi storiche, correnti e prospettiche, che devono essere accurate, affidabili e tempestive.

Come crearle? È la domanda che gli imprenditori si stanno facendo in questo momento.

La risposta si trova in una vera e propria aggiunta di attività che le imprese sono chiamate a svolgere, ovvero nella formale gestione pianificata dei flussi di tesoreria (budget di cassa e obiettivi economico finanziari a medio termine) e nella pianificazione finanziaria, dove il tutto chiede di essere associato a un controllo pro-attivo dei rischi di impresa.

Questo è l’approccio che le banche metteranno in azione al momento di valutare i finanziamenti da erogare alle imprese, PMI comprese, come dimostrano le stesse indicazioni Eba:

“Nel valutare l’affidabilità creditizia di chi richiede il finanziamento, le istituzioni dovrebbero porre l’accento sul reddito futuro realistico e sostenibile dello stesso e sul flusso di cassa futuro, e non sulle garanzie collaterali disponibili. Le garanzie di per sé non dovrebbero essere un criterio predominante per l’approvazione di un prestito e non possono di per sé giustificare l’approvazione di alcun contratto di prestito ”.

Il cambio di visione è potente, perché il credito non viene più concesso sulla base di garanzie presenti, ma sulla capacità dell’impresa di dimostrare la sua attività, funzionalità e solidità futura.

mano indica su computer - controllo flussi di cassa per linee guida Eba

Cosa serve a CFO e addetti per rispondere alle linee guida dell’Eba

L’unico modo per dimostrarla e procedere quindi a un buon accesso al credito è attuare una gestione finanziaria pianificata efficiente, che può essere realizzata solo con i corretti strumenti di calcolo.

Si tratta dei software per la gestione della tesoreria aziendale, che oggi più che mai servono ai CFO e agli addetti al comparto per poter procedere con la gestione corrente, ma soprattutto per effettuare simulazioni predittive con scenari multipli.

In questo modo l’azienda può recepire le linee guida Eba e trovarsi pronta ad affrontare un cambio epocale, che rende il rapporto con gli istituti di credito assolutamente diverso da come era prima.

In questo scenario, il software per la gestione della tesoreria GOLD è la risposta già scelta da centinaia di aziende e PMI in Italia, in quanto strumento chiaro, condivisibile, integrabile con i propri gestionali e pronto ad offrire una gestione del cash flow eccellente agli addetti ai lavori.

Qui trovi tutte le informazioni sul software per la gestione della tesoreria GOLD.

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La redazione di GOLD LA TESORERIA annovera professionisti specializzati nei settori della finanza, del fintech, del credito e della gestione di impresa. I contributi sono frutto dell’esperienza professionale e del costante studio, ricerche e studio di dati e statistiche.

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Nuovo Codice della Crisi di Impresa: le novità che devono conoscere gli imprenditori [Speciale proroga 17 luglio]

Nuova ed ennesima proroga per il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

In data 13 aprile 2022 il Consiglio dei Ministri ha approvato lo slittamento, dalla data prevista del 16 maggio 2022 al 15 luglio 2022.

Lo scenario resta comunque invariato e le domande del momento sono: cosa cambia per le imprese?

Cosa devono conoscere gli imprenditori per rispettare le nuove norme?

È il momento di conoscere le novità del nuovo Codice e di capire quali strumenti servono per rilevare gli eventuali squilibri di carattere patrimoniale-economico e finanziario.

L’obiettivo è prevenire.

Con gli strumenti giusti, oggi l’impresa ha la possibilità di farlo in modo fluido e preciso, scopriamo come.

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Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa dell’Insolvenza è una normativa che è stata scritta all’interno del Decreto Legislativo n.14 del 2019 e che recepisce una direttiva europea.

Quindi, come tutte le direttive europee, può risultare complicato armonizzarla con il sistema legislativo italiano, tant’è che è stata tradotta attraverso 391 articoli e va a riscrivere completamente la disciplina che riguarda il fallimento e la composizione della crisi da sovraindebitamento.

L’obiettivo del Codice della Crisi d’Impresa è definito: tentare di evitare l’insolvenza delle imprese.

Come? Fondamentalmente attraverso l’individuazione preventiva di alcuni segnali di difficoltà, che le stesse imprese possono evidenziare.

Parliamo di segnali, che le imprese oggi devono poter riconoscere per poter agire in via preventiva e salvaguardare l’attività, con tutto ciò che vi gravita attorno.

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