E se il Codice della Crisi di Impresa fosse un’opportunità?
Tutto può basarsi su due documenti cruciali per valutare lo stato di salute dell’azienda che sono l’Analisi della Centrale dei Rischi e l’Analisi di Bilancio.
Se vogliamo scegliere un approccio costruttivo, questi due documenti portano valore all’analisi e vanno nella giusta direzione per la normativa del nuovo Codice (come abbiamo spiegato in questo articolo).
Centrale dei Rischi e Analisi di Bilancio
Si tratta di creare un assetto, visto che è chiamato così proprio dalla normativa, ovvero di sfruttare al massimo questi documenti che sono utili all’analisi, soprattutto nel controllo di gestione e nella pianificazione finanziaria.
Per ottenere da questi documenti il massimo del beneficio e per condurre al meglio l’impresa nell’analisi, è necessario dedicarvi tre fattori chiave della produzione:
- Il tempo: tempo per definire al meglio i documenti, ma anche tempo per ‘leggere’ i dati che il bilancio e l’analisi della CR permettono di fornire all’impresa;
- Le risorse appositamente formate: sebbene gli strumenti di ultima generazione permettano di ottenere report schematici e semplici da leggere, la lettura deve essere effettuata da persone formate e capaci di tradurre i dati in analisi e quindi in possibili strategie da adottare;
- Gli strumenti efficaci: per l’appunto, l’impresa oggi ha bisogno di strumenti che sappiano generare report leggeri ma profondi, semplici da leggere e in real time come vedremo fra qualche riga.
Perché la Centrale Rischi Banca d’Italia?
Perché a consuntivo, ma anche a breve termine, l’analisi della CR permette di comprendere il tipo ed il motivo di sconfini ed insoluti segnalati e quindi, se si è in queste particolari condizioni, d’individuare ed evitare i 90 giorni continuativi di persistenza che rappresentano una delle situazioni di rischio più penalizzate dalla normativa (Linee guida EBA – LOM).
L’analisi permette inoltre di avere sotto occhio, immediatamente, quali sono quei creditori qualificati, tra cui ci sono le banche, che magari possiamo avere trascurato di più.
Perché è necessario considerare che il nuovo Codice della Crisi di Impresa definisce situazione a rischio le esposizioni bancarie e finanziarie scadute da 60 giorni e le esposizioni debitorie di cui all’articolo 25-novies, comma 1 del Ccii.
L’idea è fare una classifica, schematizzando qual è la banca che ha subito magari più esposizione e quella che ne ha subito di meno.
In sostanza, la lettura della Centrale dei Rischi permette di avere una panoramica chiara della situazione in essere dell’impresa nei confronti dei parametri temporali che il nuovo Codice della Crisi stabilisce come situazioni a rischio.
C’è però una cosa da considerare, la lettura della CR, così come l’analisi di bilancio sono documenti a consuntivo, perciò come avere dati preventivi?
Il ruolo della tesoreria
Ci sono soluzioni assolutamente preventive per monitorare i dati prima che la situazione possa sfuggire di mano e perché l’azienda possa avere un controllo real time della propria situazione finanziaria.
In particolare, è possibile comprendere qual è lo stato dei crediti che l’azienda vanta nei confronti dei clienti.
Questo è possibile attraverso l’uso di sistemi di gestione della tesoreria, che permettono di individuare puntualmente per ogni singolo cliente quali sono i giorni di scaduto e di programmare una pianificazione finanziaria reale, quindi una pianificazione che non sia quella del mese o del trimestre, ma che passi anche attraverso la gestione accurata degli scadenzari.
La componente tecnologica della Tesoreria va a nutrire la pianificazione finanziaria e anche ad alimentare le situazioni provvisorie di bilancio in tempo reale, ma aiuta anche a definire i crediti in modo più puntuale, qualora ci fosse la necessità di procedere con fasi di recupero.
E i dati che sono frutto dell’analisi di bilancio, della lettura della Centrale dei Rischi e dei preziosi report che arrivano dalla gestione digitalizzata della tesoreria, aiutano anche a fare qualcos’altro: a presentarsi meglio di fronte al credito e a tutti i soggetti che gravitano attorno all’impresa.
Inoltre, la Centrale dei Rischi e il Bilancio sono documenti normati in maniera molto chiara all’interno dei corsi che devono fare gli specialisti che poi, all’interno della Camera di Commercio, verranno deputati a gestire la crisi d’impresa.
Quindi cosa c’è di meglio di due documenti che sono normati?
Possono servire a difendere l’imprenditore, soprattutto gli amministratori?
La risposta è sì, alla luce di quanto è stata modificata la figura di responsabilità dell’imprenditore perché, oltretutto, questi documenti rappresentano anche l’impresa di fronte ai tre attori principali.
Il primo è lo Stato che diventa il creditore numero uno, ma anche il mercato, quindi i clienti i fornitori, piuttosto il ceto creditizio che deve affidare le aziende.
La sostanza è che se all’impresa serve liquidità, è necessario avere un buon rapporto con chi eroga il credito.
Raccontare l’impresa con i numeri
Chi meglio dell’imprenditore può raccontare la sua impresa?
Nessuno, però, se si applicano un metodo o si usano strumenti definiti, conosciuti, normati e chiari in fase di lettura, sicuramente l’imprenditore può raccontarla meglio:
- agli attori che erogano il credito
- a chi può aiutarlo nel recupero crediti
- a chi può supportarlo nella prevenzione della crisi
Per questo, è importante raccontarsi bene, non solo conoscere i propri numeri, ma anche generare una narrazione completa, chiara e precisa.
Una narrazione che espone chiaramente chi è l’azienda, dove vuole arrivare e come si differenzia dalla concorrenza.
L’imprenditore merita di descrivere tutto questo attraverso i numeri, numeri che a loro volta meritano di essere generati da strumenti fintech di ultima generazione.
Strumenti quali GOLD, il software per la gestione della tesoreria già scelto da numerose imprese del tessuto nazionale per il treasury management e GOLD CFO, la nuovissima suite che nasce come risposta alle stringenti richieste del Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza, permettendo all’impresa – tra le molte altre funzioni – di monitorare l’andamento e i rapporti con soggetti terzi, tra cui le banche.